domenica 3 aprile 2001

 
Giusto per non perdere l'abitudine, domani faccio un salto a Barcellona.

Partenza da Venezia, con volo Vueling, alle 12 e arrivo a Barcellona El Prat alle 13:50, ampiamente in tempo per gustarmi mezza giornata di vacanza e per buttarmi nella movida notturna su La Rambla. L'hotel scelto è a due passi dalle maggiori opere di Antonio Gaudì, nel quartiere dell'Eixample. Sarà un viaggio dedicato alla scoperta dell'architettura di questa città, soprattutto quella modernista e gotica. Meteo permettendo, spero di riuscire a godermi un po' anche la spiaggia e i parchi cittadini. Sono già stato a Barcellona, durante un viaggio di famiglia: avevo 10 anni e ho solo tre flash nella memoria: un viaggio in taxi (una 128 Seat), un'enorme fontana illuminata e una chiesa stranissima che, all'interno, non aveva il soffitto e lasciava intravedere il cielo stellato, immagino la Sagrada Familia. Ah, ricordo anche un'altra cosa: un noiosissimo spettacolo di flamenco! Vedrò di conoscere meglio questa città che quasi tutti descrivono come fantastica e caliente. Purtroppo le previsioni meteo non promettono niente di buono e sono stato in forse se partire o meno fino all'ultimo: è una vacanza che ho programmato di passare quasi sempre all'aperto e, sotto la pioggia, sarebbe un disastro.

¡Hasta luego!

lunedì 4 aprile 2011

Partenza da Venezia con 15 minuti di ritardo, in parte recuperati durante il viaggio. L'aereo era strapieno, il volo è stato tranquillo nonostante la presenza di una scolaresca in gita che si è risvegliata solo verso l'atterraggio: ai miei tempi era già tanto se ci portavano sul Lago di Garda! Vueling promossa a pieni voti. Il nuovo terminal T1 dell'aeroporto El Prat è abbagliante, tutto vetri e marmi lucidissimi, e molto organizzato. Dopo aver ritirato il bagaglio, in 2 minuti 2, ero già a bordo dell'Aerobus verso Plaça Catalunya, dove siamo arrivati in 30 minuti. Alle 16 ero già in hotel e potevo arrivare molto prima se non avessi perso più di mezz'ora avanti e indietro tra la fermata della Metro e l'ufficio turistico, dove mi hanno dato per ben due volte una 4 Day Travel Card scaduta (almeno ho imparato il significato della scritta Titulo Caducato che continuava a comparire sul display del tornello!). Ho fatto anche un volo pazzesco, lungo e disteso per terra, per non aver visto l'ultimo scalino della rampa: sono atterrato proprio sul ginocchio con il legamento crociato lacerato! Spero di non avere conseguenze. La giornata è splendida e calda, alla faccia delle previsioni! L'hotel è molto bello: la stanza è piccolina (probabilmente è una doppia uso singola) ma curata nei dettagli in modo maniacale. E' tutta giocata sui toni del bianco e nero (unici colori presenti, a parte il parquet) e pulitissima. Le pareti sono rivestite in tessuto e ci sono ben tre Tolomeo mini nere, oltre alla famosa Panton Chair, e un LCD da 32". Il bagno è uno spettacolo: oltre ai soliti docciaschiuma e shampoo, un cofanetto omaggio regala anche saponette, spugna, spazzolino, rasoio e addirittura pettine, tutto rigorosamente monouso, ovviamente!





Esco quasi subito, dopo avere fatto un giro di perlustazione dell'hotel, soprattutto all'ottavo piano dove c'è un bel solarium con piscinetta. La zona è a due passi da Passeig de Gràcia. Questo viale alberato è un po' come via Montenapoleone a Milano o la Fifth Avenue a New York: è la via del lusso, con grandi negozi di grandi firme. E' interessante l'architettura dei grandi palazzi: le facciate sono molto varie negli stili, dal più classico ottocento, alle influenze liberty francese, fino alle famosissime case del modernismo spagnolo. Il quartiere dell'Eixample (Espansione) è nato a partire da metà '800, prima di allora Barcellona era limitata all'interno delle mura medievali. La struttura è tipicamente ortogonale e, la prima cosa che noto, è che gli incroci hanno una forma ottagonale, in pratica gli isolati hanno un angolo smussato in diagonale. I barcelonins hanno abitudini molto diverse dalle nostre: già arrivando all'hotel avevo notato che i ristoranti erano abbastanza pieni verso le 15; alla sera praticamente aprono alle 22! E adesso a nanna...
Buenas noches.

martedì 5 aprile 2011

Premessa: il ginocchio mi fa abbastanza male. Il tempo è splendido e il cielo è azzurro: cosa faccio? La Rambla e dintorni fino alla spiaggia o il percorso modernista di Gaudì? Boh, adesso faccio un po' di calcoli e scelgo quello che mi fa camminare meno. Alla fine ho scelto il programma più lungo, cercando di fare un percorso logico ad anello. Su suggerimento di mia sorella, che è stata qui qualche giorno fa, vado a visitare il Palau de la Música Catalana costruito nei primi del '900 da Lluís Domènech i Montaner. E' un edifico bellissimo, peccato che sia così sacrificato dentro stretti vicoli che ne impediscono una bella veduta d'insieme: all'incontro delle due facciate, spicca un gruppo scultoreo in pietra che rappresenta personaggi di canzoni catalane e che fa da raccordo alle balconate presenti sui due lati.

Le facciate rappresentano un esempio tipico dello stile modernista spagnolo, anche se ben lontane dalle stranezze visionarie dei progetti di Gaudì: costruite prevalentemente in mattoni rossi e decorate con mosaici policromi, presentano elementi piuttosto bizzarri come le colonnine in vetro delle terrazze e i capitelli delle colonne realizzati con rose in ceramica colorata.

All'interno, che purtroppo non riesco a visitare vista l'ora, spicca uno splendido soffitto in vetro colorato che al centro prende la forma di una cupola rovesciata. Eccolo, in un foto presa dal web, in tutta la sua bellezza:

Mi sposto a Plaça Catalunya, molto più deserta del pomeriggio precedente. Dall'angolo sud-ovest della piazza parte La Rambla, un viale alberato lungo circa 1200 metri, che porta al porto vecchio, proprio davanti al mare. La Rambla, anche se in realtà bisognerebbe parlare di Ramblas al plurale in quanto sono cinque tratti distinti in successione, prende il nome all'arabo raml (sabbia) il che sta a significare che sono state costruite sopra il letto di un fiume asciutto. I platani hanno appena cominciato a vegetare e non c'è tanta ombra. E' già piena di gente, molti turisti, tantissimi italiani. Sui due lati del viale pedonale è un susseguirsi continuo di bancherelle dove vendono animaletti, fiori, souvenir. Ci sono anche statue viventi davvero molto belle.

A poco meno della metà del percorso, a destra andando verso sud, c'è il Mercat Sant Josep, meglio conosciuto come La Boqueria, un mercato coperto, soprattutto di generi alimentari, di ben 2500 mq. E' un trionfo di colori e di profumi: mi ricorda il Mercato delle Spezie di Istanbul e i banchi di frutta dei mercati thailandesi. Vendono magnifiche macedonie e densissimi frullati di frutta a pochi euro: impossibile non comprarli. I banchi di caramelle e cioccolatini sono una gioia per i bambini... e non solo! Più all'interno ci sono i banchi di carne e pesce, decisamente meno invitanti e profumati.

Sul lato opposto della Rambla, rispetto a La Boqueria, si entra nel Barrio Gòtico, il nucleo originario città, già abitato in epoca romana. Qui è inutile cercare di seguire un itinerario, bisogna passeggiare per i vicoli, perdendosi ad ammirare i mille particolari delle case, decorate e dipinte come opere d'arte, quadri a cielo aperto. I vicoli si aprono in piazze più o meno grandi, dove si affacciano chiese, cattedrali: le principali sono Santa Maria del Pi e la Cattedrale di Santa Eulalia, in stile squisitamente gotico. Guardando verso l'alto, si possono vedere inquietanti gargouille o ponti che collegano le case tra loro. La piazza più bella è Plaça Reial, con tutte le sue palme e la fontana al centro con le Tre Grazie, realizzata da Gaudì in gioventù prima delle sue estasi visionarie che lo avrebbero portato a realizzare le sue opere più ardite.

Ritorno sulla Rambla e la percorro fino alla fine segnata dal Monumento a Cristoforo Colombo sul Port Vell, dove si sta svolgendo la presentazione della Barcelona World Race, con tanto di barche con fumogeni e razzi sparati dalla statua in cima alla colonna.

Raggiungo Barceloneta e la spiaggia di Sant Sebastià: certo che è parecchio strano vedere una spiaggia perfettamente balneabile in una città da 1.5 milioni di abitanti! E non è l'unica: Barcellona ha ben 5 chilometri di spiaggia e Sant Sebastià è la più vicina al centro. E' perfettamente attrezzata, con docce e assistenza. E' strapiena di bagnati, complice la bella giornata, moltissimi naturisti: non ho scattato foto per discrezione. Certo è che solo in una città estremamente civile si può vedere una cosa del genere, impossibile immaginare una spiaggia così in Italia! Quando diventeremo un paese al passo coi tempi e alla pari degli altri paesi europei? Decido di prendere la teleferica per salire al Montjuïc (da non confondere con la funicolare): alla biglietteria un cartello recita "Chiuso dalle 14 alla 15 per pranzo". Questo sì che vuol dire sapere godersi la vita e prendersi la giuste pause! Per me, nessun problema: ritorno in spiaggia e cammino a piedi nudi sulla sabbia , non proprio sottile, fino quasi in fondo dove c'è il rinomato W Hotel che ricorda vagamente il Burj Al Arab a Dubai con la sua forma a vela. Alle 15 torno alla Torre Sant Sebastià della teleferica e trovo una bella fila davanti alla biglietteria che mi fa perdere quasi un'ora prima di salire in cabina. La teleferica in 10 minuti porta alla stazione Miramar di Montjuïc. L'attesa vale sicuramente la pena: il panorama è magnifico.

Arrivato al Miramar sono tentato di scendere alla stazione metro di Paral-lel e di tornare all'hotel. Invece mi incammino per le stradine immerse nel verde fino ad arrivare al Palau Nacional, dove si trova il Museu Nacional d'Art de Catalunya, dopo essere passato per alcuni complessi sportivi costruiti o ristrutturati in occasione dei Giochi Olimpici del 1992.

Dall'alto si vede la Fontana Magica e Plaça Espanya. La fontana purtroppo è spenta: a quanto pare lo spettacolo c'è solo da maggio a settembre e solo in determinati giorni della settimana. Peccato!

Sono cotto in tutti i sensi: stanco e abbrustolito dal sole. Ho camminato per 8 ore di fila... calcolando 3 km/h e togliendo qualche breve pausa, avrò fatto 15 chilometri a piedi! Questa città mi sta incantando. Il ginocchio e i piedi mi hanno ormai abbandonato! Ho comprato qualcosa da mangiare in un supermercato perché non ho neanche la forza, e la voglia, di uscire a cena!

mercoledì 6 aprile 2011

Oggi vado alla scoperta del modernismo di Antonio Gaudì, e non solo, partendo dalla Sagrada Familia, poi giù lungo Passeig de Gràcia fino a Casa Batlló. Non so se e dove entrerò, dipende dalla fila che trovo per i biglietti, non mi va di comprarli online perché bisogna scegliere una fascia di orario. Poi andrò a visitare il Parc Güell e penso che la giornata sia già abbastanza piena così. Prima però devo assolutamente trovare una crema solare: ho la faccia in fiamme e anche oggi la giornata dovrebbe essere limpida e calda.

Devo assolutamente ricredermi: ero partito molto, veramente molto prevenuto verso queste opere e questa corrente artistica. Invece, non so perché, in questa città trovano un senso e una collocazione veramente azzeccati. Credo fermamente che Antonio Gaudì si facesse di brutto per partorire simili fantasie[1], una mente in condizioni normali non credo arriverebbe a tanto! L'effetto è comunque strabiliante.
 
Sagrada Familia

Arrivo davanti alla Sagrada Familia un quarto d'ora prima dell'apertura delle biglietterie: c'è poca gente in fila. Tre operai stanno lavorando all'interno del cantiere. Questa basilica, già consacrata dal Papa nel 2010 nonostante non sia ancora ultimata, ha visto la posa della prima pietra nel lontano 1882: 129 anni fa! Si prevede di ultimarla nel 2026, tra 15 anni. La domanda sorge spontanea: perché così tanto tempo? Mi piacerebbe sapere la risposta. Se per il Burj Khalifa a Dubai, il grattacielo più alto del mondo con i suoi 828 metri, sono bastati 5 anni di lavori, perché ne servono altri 15 per finire questa chiesa, specie con le moderne tecniche costruttive? Mistero[2]. Un'altra domanda mi ronza in testa: quanto è rimasto ancora del progetto originale di Gaudì e quanto invece è frutto di deduzioni o elaborazioni magari ricavate da schizzi lasciati dal maestro? Dubito che nel 1926, quando finì spiaccicato sotto un tram e ci lasciò le penne, Gaudì avesse finito il progetto esecutivo nei dettagli, specie sapendo quanto fosse volubile[3]. Lasciando da parte queste considerazioni, l'opera è davvero monumentale e impressionante. Ad oggi sono state ultimate due facciate e otto torri. Il progetto definitivo prevede la realizzazione 18 torri: 12 rappresentanti gli apostoli, 4 gli evangelisti, 1 la Madonna e 1 Gesù Cristo, in ordine crescente di altezza. Le facciate saranno alla fine tre. L'opera di Gaudì non può essere compresa se non si tiene in considerazione la sua profonda fede cristiana e il fatto che vivesse il suo lavoro come una missione. Sposò la causa francescana e visse in estrema povertà, tanto da essere riconosciuto solo tre giorni dopo la morte in quanto scambiato per un barbone. Mi sembra ci sia in corso anche una causa di beatificazione per l'architetto. Io comunque rimango sempre perplesso di fronte a simili forme di estremismo e fanatismo e faccio fatica a credere alla loro genuinità.

La facciata della Natività, a nord-est, è l'unica che è stata realizzata quando Gaudì era ancora in vita. E' estremamente articolata ed ha un aspetto quasi barocco. Sono rappresentate scene della vita terrena di Gesù. I gruppi scultorei sono inseriti in cavità simili a grotte con stalattiti che pendono ovunque e con delicati ricami che culminano in un bellissimo albero dal quale si levano bianche colombe svolazzanti in maiolica.
L'opposta facciata della Passione, a sud-ovest, al contrario è estremamente scarna ed essenziale: le figure sono scheletriche e stilizzate. Viene raccontata una sorta di Via Crucis tridimensionale della passione di Cristo. E' evidente che la mano che ha progettato questa facciata è diversa da quella di Gaudì, anche se vi sono elementi che richiamano altre opere dell'architetto catalano, come ad esempio gli elmi dei soldati che ricordano i camini di Casa Milà. Personalmente non riesco ad apprezzare questa diversità di stile, o meglio, mi piacciono entrambi ma non sulla stessa opera.
L'interno è spettacolare. Sono convintissimo che la chiesa nella quale sono entrato nel dicembre 1971, senza soffitto, con in pavimento bagnato dalla pioggia e con la vista di bellissimo cielo stellato, fosse questa ma non ho avuto conferme da chi era con me in quell'occasione. Una selva di colonne inclinate scanalate, che in alto si ramificano proprio come alberi, accompagna lo sguardo verso il soffitto che sembra composto da strani elementi floreali. Si notano in sacco di finestre, che non si vedono dall'esterno, che rendono l'ambiente estremamente luminoso. Molto belle sono le vetrate inferiori colorate, neogotiche, con disegni astratti. Ci sono elementi che sinceramente mi fanno ridere: i quattro medaglioni colorati, sulle colonne centrali del transetto, che rappresentano i quattro evangelisti mi sembrano insegne da bar al neon; il ciborio a forma di paracadute con Gesù Cristo con le ginocchia piegate in posizione di atterraggio poi...

Salgo con l'ascensore in cima ad una torre sul lato della Natività. Per quanto regolamentino il numero dei visitatori, bastano poche persone per creare ressa. Le scalette in pietra, che permettono di scendere fino a terra, sono strettissime e seguono l'andamento a spirale delle aperture che si vedono all'esterno: non c'è verso di riuscire a passare in due. La giornata è molto limpida e si vede benissimo il mare e il Montjuïc dove spicca la bianca Torre di Calatrava. Le impalcature sono ovunque. Prima di arrivare a Barcellona ero un po' infastidito dalla visione delle gru nelle foto: adesso che sono qui, invece, ho l'impressione che questo elemento di disturbo dia il senso di un organismo vivo e ancora in crescita. Mi piace.

Update:

[1] Da ricerche fatte sul web, quindi da prendere con le pinze, sembra che il nostro caro e devoto architetto di facesse di brutto di funghi allucinogeni, in particolare amanita muscaria, per prendere ispirazione per le sue opere. Scusate il tono ironico ma vedo questa cosa un po' in contrasto con la sua profonda fede cristiana e penso possa essere in parte la causa del suo esasperato, quasi delirante, fanatismo religioso!

[2] La lentezza con cui procedono i lavori sembra sia dovuta solo a motivi di ordine economico in quanto pare che gli unici finanziamenti provengono dalle offerte. Considerando che viene visitata da circa 2 milioni di persone all'anno e che il biglietto d'ingresso costa 15 euro (compreso l'ascensore), se destinassero anche una parte di questa quota per i lavori, i tempi sarebbero sicuramente molto più brevi. Personalmente, ho visto (e fotografato) solo sei manovali in tutto il cantiere.

[3] Ho appurato (fonte Wikipedia) che il progetto prosegue sulla base della ricostruzione dei progetti originali andati perduti durante un incendio avvenuto nel 1936 durante la Guerra Civile.
 
Casa Milà - La Pedrera

Arrivo a Passeig de Gràcia in pochi minuti grazie alla metro: nei corridoi sotterranei si possono fare anche chilometri per raggiungere un'altra linea di coincidenza o l'uscita, su e giù per le scale. Qui, alla fermata di Diagonal, ci sono lunghi tapis roulant che ti evitano la fatica di camminare. Passeig de Gràcia è strapiena di gente soprattutto turisti e scolaresche. Non occorre neanche cercare il numero civico per trovare la casa, basta guardare dove c'è un assembramento di gente... e poi non si può dire che non salti subito all'occhio! Casa Milà, dal nome del proprietario che la commissionò, chiamata anche La Pedrera, cava di pietra, è un edificio angolare completamente rivestito da blocchi di pietra sagomati. Non esiste una linea retta, tutta la casa, compresi gli interni e i cortili centrali, si muove su morbide linee curve: secondo Gaudì infatti "la linea retta è la linea degli uomini, quella curva la linea di Dio". La Pedrera doveva essere, secondo il progetto originale, il basamento dove posizionare una grande statua della Madonna: sembra che il signor Milà non fosse della stessa idea. Molto belle sono le ringhiere in ferro battuto contorto. Sul tetto, una delle poche parti visitabili, i camini hanno la sagoma di strane creature fantastiche simili a guerrieri con elmo: sembra che George Lucas abbia preso ispirazione da questi elementi per realizzare le sue truppe di soldati in Star Wars. Alla fine decido di non entrare.

Casa Batllò

E' decisamente la mia preferita! Qui Guadì ha dato sfogo a tutta la sua creatività. Casa Amatller, che le sta proprio a fianco, quasi scompare nonostante sia molto particolare ed originale. Casa Batllò non è una costruzione ex novo ma bensì di una ristrutturazione di una edifico già esistente: Gaudì ha completamente rifatto sia l'esterno che interno, mantenendo solo la aperture delle finestre in posizione originale, aggiungendo anche due piani. La facciata è interamente ricoperta da frammenti di vetro e ceramica irregolari che danno l'impressione di un rampicante fiorito. I balconi sembrano teschi minacciosi (c'è chi parla di maschere veneziane), il finestrone al piano nobile sembra sorretto da colonne fatte da ossa lunghe. Il meglio di sé però lo dà nella progettazione del tetto che sembra un dorso di drago ricoperto di squame, sormontato da una spina dorsale formata da elementi sferici in ceramica. In tutte le opere di Gaudì si è sempre cercata una simbologia nascosta: in questo caso, sembra che l'architetto abbia voluto mettere in scena la lotta di San Giorgio contro il drago e il camino con la croce a quattro braccia dovrebbe rappresentare la lancia che lo ha trafitto. E' indubbio che il signor Josep Batllò, che ha assunto Gaudì per ristrutturare la sua casa, fosse una persona estremamente audace e coraggiosa: stiamo parlando del 1904!


A questo punto, posso dire che i funghi allucinogeni facevano effetto!

Stasera con il buio voglio tornare a rivederle illuminate.

Parc Güell è saltato: ero tornato in camera per riposarmi un po' e ho dormito 3 ore filate! Sono stato svegliato da un'impiegata che è entrata in camera per lasciarmi un cartoncino con i ringraziamenti dell'hotel e le regole del check out... non avevo messo sulla maniglia il talloncino con su scritto No Molestar.  Visto che domani ho l'aereo alle 20:30, ho tutto il tempo per recuperare Parc Güell anche se avevo fatto altri programmi. Sono uscito a mangiare qualche tapas: calamari fritti, polpette di formaggio e carciofi. Ho poi raggiunto di nuovo Casa Batllò che di notte è ancora più suggestiva. Si notano dettagli che di giorno sfuggono: le squame del drago che sono sfumate dall'azzurro al marrone, dischi a rilievo in ceramica su tutta la parete, vetrate colorate con all'interno stanze con il soffitto a spirale, la base dei poggioli a forma di conchiglia. L'impressione che mi dà, di notte, è quella di un ambiente marino: i dischi in ceramica sembrano bolle che salgono dal fondo, i balconi invece sono musi di squalo (altro che maschere veneziane!), il tetto le squame di un pesce. Al nostro amico non mancavano certo la fantasia e buoni finanziatori per realizzare le sue stranezze!


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